FU IL KGB AD UCCIDERE VYSOTSKY
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Marlena Zimna |
Si credeva fosse morto di alcol e di disperazione
Roma - Vladimir Vysotsky era un mito nell’Urss plumbea degli anni Settanta. Poeta, cantatnte ed attore aveva un seguito enorme tra i giovani ed i non conformisti. Le sue canzoni erano proibite per il loro tono irriverente: ma i nastri clandestini circolavano a milioni. Tutto finí venti anni fa, il 25 luglio del 1980: l’irriverente menestrello aveva solo 42 anni quando se ne andò, per sempre: infarto ed abuso di alcool, queste le cause ufficiali del decesso.
Ma ora emerge una nuova testimonianza secondo cui non si trattò affatto di una vita bruciata troppo velocemente in maniera quasi volontaria e comunque autodistruttiva; ma di assassinio organizzato dal Kgb - i mitici servizi segreti del comunismo sovietico - per disfarsi di un dissidente imbarazzante.
È quanto scrive Marlena Zimna, autrice di un libro dal titolo “Chi ha ucciso Vysotsky?”, di imminente pubblicazione, di cui ha anticipato il passaggio principale in un’intervista comparsa sul giornale polacco “Rzeczpospolita”.
La signora Zimna afferma di aver incontrato il medico del «bardo» dissidente poco dopo la sua morte. «Abbiamo fatto un lavoretto geniale», le rivelò, spiegando che lui ed agenti del Kgb bloccarono il menestrello, lo legarono, e gli fecero ingerire sostanze tossiche, calmanti ed alcool. In quelle condizioni - disse ancora il medico, morto poco dopo, anche lui in circostanze non chiarite - Vysotsky soffocò.
La morte del «bardo» creò un trauma tra i giovani sovietici: ai suoi funerali era presente una folla impressionante che aveva imparato ad amarlo sulle cassette pirata. Un ruolo importante svolse anche l’ex moglie, l’attrice Marina Vlady, che molto ha fatto per tenere in vita il ricordo del grande poeta, incidendone le canzoni in Francia. Già personaggio culto in vita nell’Urss e nei Paesi dell’Est, lo divenne ancor di più dopo la morte. Per anni ed anni migliaia di persone hanno commemorato l’anniversario del suo decesso; mentre ancor oggi sulla sua tomba nel cimitero moscovita di Vaganovskoye non mancano mai fiori freschi.
Da quando la perestroika di Mikail Gorbaciov ne permise la vendita ufficiale, i suoi dischi hanno venduto un centinaio di milioni di copie, gli sono state intestate fondazioni ed erette statue.