Nel mio sogno fuochi gialli E nel sonno io rantolo: «Aspetta, aspetta - La notte porta consiglio!». Ma al mattino niente va come dovrebbe, Niente di allegro: O fumi a digiuno, O bevi per smaltire la sbornia. Nelle osterie il verde damasco E i tovaglioli bianchi. Mendicanti e buffoni come in paradiso, Io, un uccello in gabbia. Nella chiesa il fetore e la penombra, I diaconi bruciano l’incenso. No! Neppure in chiesa niente va come dovrebbe, Niente va come dovrebbe. Mi affretto sulla montagna Prima che mi succeda qualcosa. Sul monte si erge un ontano, Un ciliegio alle sue pendici. Se il pendio fosse invaso di edera, Per me sarebbe già una consolazione! Se ci fosse qualcos’altro... Niente va come dovrebbe! Cammino per il campo, lungo il fiume. Di luce ce n’è tanta, Dio non c’è! Nel puro campo inondato di fiordalisi, La strada è lunga. Niente è sacro! Né la chiesa, né l’osteria. No, ragazzi! Niente va come dovrebbe! Niente va come dovrebbe, ragazzi! Lungo la strada un fitto bosco Popolato di streghe E alla fine della strada Un patibolo con le scuri. Da qualche parte i cavalli danzano a tempo, Svogliati e sinuosi. Lungo la strada niente va come dovrebbe E ancora peggio verso la fine.                 Niente è sacro! Né la chiesa, né l’osteria. No, ragazzi! Niente va come dovrebbe! Niente va come dovrebbe, ragazzi!
© Silvana Aversa. Traduzione, 1992