Una tartaruga d’accidia mi sale nelle ossa
La mente dal cuore è come fosse scollegata
Il respiro non manca e non soffia nella carcassa
Ed il sangue non gela affrontando la curva ghiacciata.
E la gola non serra le pene d’amore col fiato
I miei nervi lasciati andare, si sono allentati
Questi nervi s’appendono come fili da bucato
Non mi importa se sarò con lei o saremo perduti
Se mi spingono,
già scivolavo
di sella cadente
E non sento più nulla
non sono aggrappato
più a niente.
Non tracanno quell’acqua gelata che brucia le labbra
E non cerco qualcosa che accada, incontrare persone
L’arco giace ora inerte, la corda marcise e si slabbra
E le frecce spuntate che bruciano nere carbone
Non son teso, né atteso, né attento, ma come piantato
In un posto qualunque, qualunque minaccia m’è uguale
Mi si può attraversare come un finestrone spaccato
Come un telo di lino incolore, sbiancato di sale
Se mi spingono,
già scivolavo
di sella cadente
E non sento più nulla
non sono aggrappato
più a niente.
Le ferite non bruciano, le cicatrici profonde
Sono sotterrate in pensieri perduti e scontati
Né i ricordi, né i sogni, né dubbi, né le domande
Mi commuovono, m’inteneriscono, sono auspicati
Sono stanco di battermi contro la gravitazione
Il mio cuore pulsa, lontano, perduto, in pensione
Sono steso appeso, confuso una corda pendente
Ed è tempo che parta al paese del nulla e del niente.
|