Ci siam cascati per un malinteso, con vostra venia, lui è condannato per peculato, e io per Xenia, C’è stato l’amore, però ci siam lasciati: lei urlava e resisteva, non voleva essere amata. La CEKA ci è piombata addosso, e ci siam ritrovati entrambi detenuti: detenuto Vassiljev e Petrov detenuto. La vita nei lager non è vita, ma buio pesto, attorno a noi ladri di treni e mani leste. Nei nostri confronti un attegguamento brutale ed avances strane, volgari. Ma i capi ce ne fregano dei fatti, noi per i capi siamo due carcerati, detenuto Vassiljev e Petrov detenuto. Allora abbiam deciso di tagliare la corda, se no, finiremo male in questa orda. Ogni giorno ci tormentano comuni delinquenti, e il primario ci vuole amanti condiscendenti. Allora abiamo deciso di evadere, ma intanto restavamo ancora detenuti, detenuto Vassiljev e Petrov detenuto. Per quattro anni ci siamo preparati all’evasione, abbiamo raccolto tre tonnellate di alimentazione, perfino un mestolo per la nostra impresa ci ha regalato un delinquente assai cortese. Ce ne siamo andati, mano nella mano. Hanno applaudito l’audacia i detenuti del detenuto Petrov e di Vassiljev detenuto. Ed eccoci nella tundra, come orfanelli, non marciavamo per le strade, ma per i sentieri. Dove andavamo - verso Mosca o in Mongolia, lui non sapeva, canaglia, e nemmeno io.                    
1 La storia di questa evasione è ambientata negli anni ’20, ma poteva succedere nel periodo successivo fino ai nostri giorni, perchè le colonie penali non sono abolite.
 
© Liudmila Kouchera Bosi. Traduzione, 2004