I ghiacci mi avvolgono e mi stancano. Mi slancerò verso la volta e scivolerò come viticcio fino in fondo, e nuotatore, carico di speranza, mi tufferò pagando il prezzo convenuto, in attesa dei miei visti? Sopra di me il ghiaccio scricchiola e si spezza. Non sono un vero figlio della terra, E tuttavia sono semplice, e tuttavia sono puro E ritorno verso di te, vascello leggendario, I miei versi di un tempo sotterrati nella memoria. Lontano ancora dal mezzo secolo, in cammino nella prima quarantina Sotto la tua custodia da dodici anni ormai, io vivo. Quando mi alzerò davanti all’Onnipotente, Mi giustificherò con l’unica virtù del mio canto.
© Gianni Da Campo. Traduzione, 1990