Sulle fosse comuni non mettono croci, non senti le voci di vedove in pianto, qualcuno, soltanto, ci porta dei fiori e la fiamma perenne la vegliano i ceri. Era ieri la terra in rivolgimento, in questo momento è lastre in granito, quaggiù è sparito ogni proprio destino, si son tutti fusi in un solo destino. Nella fiamma perenne vedi, a tua scelta, un carro che salta, un’isbà incendiata, Smolensk che è incendiata, il Reischtag incendiato, oppure un soldato col cuore incendiato. Sulle fosse comuni niente vedove in pianto, è gente più salda che si ferma qui accanto, sulle fosse comuni non c’è alcuna croce, ma forse per questo il cuore sta in pace?
© Sergio Secondiano Sacchi. Traduzione, 1992