Un pugno, ancora un pugno
e un altro sullo slancio
ed ecco Blek Macigno
mi centra con un gancio
all’angolo mi spinge,
a stento me la squaglio,
un appercut mi stende,
(sì ieri stavo meglio).
E Blek Macigno pensa, fracassandomi una spalla
che la vita è proprio bella, sì è proprio una beltà.
Al sette ancora striscio
con le mie cugine in pianto,
mi alzo, tengo e sguscio
guadagno qualche punto,
non è che io lo faccia
perché ho in testa qualche piano,
ma non so dar pugni in faccia
da quando ero bambino.
E Blek Macigno pensa (e mi frantuma la mascella)
che la vita è proprio bella sì è proprio una beltà.
Si fischia giù in tribuna:
dagliene perché è un vigliacco,
nel corpo a corpo mena,
alle corde mi rannicchio,
avanza, è un siberiano
grossolano e assai ostinato
gli dico: vacci piano,
sei stanco, tira il fiato.
Ma lui non sta a sentirmi e ansimando si scervella
che la vita è proprio bella, sì l’ è proprio una beltà.
Mi scassa e se la spassa
con la mia incapacità
la boxe non è una rissa,
ma sport e bla bla bla...
Colpisce, è un uragano,
si accascia poi stremato
e mi alzano la mano
che non ha mai picchiato.
La vita è proprio okay lui dice, e pensa un po’,
sarà okappa per qualcuno, per gli altri è kappaò.
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