Qui non siamo in pianura, non c’è temperatura che tenga,
valanga dopo valanga la caduta di pietre
non la smette di rimbombare.
Si potrebbe deviare e aggirare l’anfratto
ma prendiamo il tragitto più avverso,
rischioso come un percorso di guerra.
Chi non è mai venuto, chi non ha mai rischiato
non ha mai messo alla prova se stesso.
E se anche giù in basso mostrava valore
in basso non puoi osservare, qualsiasi cosa tu faccia
durante una vita, nemmeno una faccia
di questa bellezza infinita.
Niente rose scarlatte né nastri di lutto.
Non sembra affatto un monument
la parete che in questo momento li regala la quiete,
Come fiamma perenne brilla il giorno più caldo
sopra il ghaccio smeraldo
della vetta che non hai conquistata.
Lasciateli dire, si, lasciateli dire
che tanto nessuno muore mai inrano.
Meglio così di chi muore di vodka o raffreddore.
Qualcun altro verrà scambiando la comodità
per il rischio e la schiena spezzata.
Verra a continuare la via da te cominciata.
Hai un muro davanti, suvvia, stiamo attenti!
Non far conto in montagna sulla sorte benigna,
sulla pietra, sul ghiaccio o la roccia:
noi soltanto confidiamo sulla forza della mano,
sulla mano dell’amico e sui ganci ben franchi
e preghiamo perché la sicurezza non manchi.
Scaviamo scalini, non un passo all’indietro
e poi le tensioni fan tremar le ginocchia,
E ill cuore che picchia per uscire dal petto e balzar sulla vetta.
E tu sei soddisfatto, tutto il inondo è ai tuoi piedi
e soltanto un po’ invidi chi ancora ha in vista
una nuova conquista.
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