Gravinella notte risuonarono dei passi, come scampanata, anche noi si dorrà partire in fretta in un muto commiato mentre scapitano i caralli sulla strada meno calcata portando i cavalieri verso un fondo ignoto. Viviamo altri tempi, esaltanti, ma va cercata la fortuna dismessa die, insegnila, scappa e, inseguendo, la genie migliore se ne è andata e correndo notiamo che ormai ne manca troppa. Da tempo prendiamo le luci per grandi fuochi, il cigolio degli stivali risuonerà cattivi auspici, i bimbi faranno giochi di guerra dai nomi antichi, a lungo divideremo gli altri tra nemici e amici. Ma quando fragore incendi e pianti si saran placati e stancati i nostri cavalli di galoppare e gli amici indosseranno non più divise, ma vestiti, non si dovrà scordare, perdonare, lasciare andare.
© Sergio Secondiano Sacchi. Traduzione, 1992