Ho portato la mia pena
sopra il ghiaccio a primavera
ma la lastra era leggera e si è spezzata
la mia anima ormai priva
del suo abbraccio è sprofondata
ma alla riva la mia pena si è
aggrappata.
Da quel giorno, e senza tregue,
lei mi insegue per il mondo
e le chiacchiere camminano al suo fianco
ed il vecchio gelso stanco
lui sapeva che ero viva
e che ancora il mio canto ancora
risuonava.
Sì, ma il mormorio non muore
e l’ha saputo il mio signore
il sussurro è diventato cantilena
prima ancora che io ascoltassi
si è lanciato sui miei passi
trascinando quelle voci è la
mia pena.
Mi ha trovata e all’improvviso
lui mi ha stretta tra i suoi baci
e la mia pena e quelle vosi hanno sorriso
ma poi lui mi ha tenuta
per un’unica giornata
e da quel giorno questa pena mi
accompagna.
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