Le mie mani non stanno più tremando:
più in alto, adesso!
La paura è precipitata in fondo,
giù nell’abisso.
Non c’è motivo di indugiare,
procedo strisciando,
non c’è vetta che non si possa conquistare
in questo mondo.
Tra i cammini non ancora praticati
per me ce ne è uno,
tra i confini non ancora guadagnati
ne ho uno di meno.
I nomi degli scomparsi, la neve
li scioglie dentro di sé,
tra le vie non battute e nuove
una è per me.
Il pendio, i ghiacci l’hanno velato
con azzurri riflessi,
il granito conserva il segreto
di sconosciuti passi.
E qui, al di sopra di ogni testa, il mio sogno
contemplo fedele
alla sacra purezza, al regno
di nevi e parole.
Spero davvero di non dimenticare
in un domani
di come qui ho saputo estirpare
le mie indecisioni.
Fu l’acqua a sussurrarmi allora:
vincere sempre così.
Il giorno... ma che gionio era?
Ah già... mercoledì.
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