Andiamo via sott’acqua
in acque neutrali,
possiamo sputare al tempo
per un anno intero.
E se ci scoprono,
i sonar urlano,
per i nostri guai:
Salvate le nostre anime,
deliriamo per l’asfissia,
salvate le nostre anime,
accorrete in fretta,
ascoltateci là, al secco,
il nostro S.O.S. è sempre più sordo
e il terrore taglia le nostre anime
a metà.
E scoppiano le aorte,
ma guai ad andare su!
Là, a babordo,
là, a dritta,
là, subito in avanti,
chiude il passaggio
la cornuta morte.
Salvate le nostre anime,
deliriamo per l’asfissia
salvate le nostre anime
accorrete in fretta,
ascoltateci là, a terra,
il nostro S.O.S. è sempre più sordo
e il terrore taglia le nostre anime
a metà.
Ma qui siamo in libertà,
dopo tutto, questo è il nostro mondo,
siamo forse impazziti,
salire a galla in un campo minato?
Bene, bene, niente isterismi!
Andiamo a sbattere sulla riva!
Disse il comandante.
Salvate le nostre anime,
deliriamo per l’asfissia
salvate le nostre anime
accorrete in fretta,
ascoltateci là, a terra,
il nostro S.O.S. è sempre più sordo
e il terrore taglia le nostre anime
a metà.
Saliremo in superficie all’alba,
un ordine è un ordine.
Morire in un riflesso...
è meglio morire alla luce!
Il nostro tracciato non è segnato.
Non possiamo fare niente...niente.
Ma ricordatevi di noi.
Salvate le nostre anime,
deliriamo per l’asfissia,
salvate le nostre anime,
accorrete in fretta,
ascoltateci là, a terra,
il nostro S.O.S. è sempre più sordo
e il terrore taglia le nostre anime
a metà.
Ecco, siamo saliti in superficie,
ma non c’è via d’uscita!
Il passaggio è chiuso nell’arsenale,
i nervi tesi.
È il termine di tutte le sofferenze,
delle fini e degli inizi.
Vorremo un approdo,
al posto dei siluri.
Salvate le nostre anime,
deliriamo per l’asfissia,
salvate le nostre anime,
accorrete in fretta,
ascoltateci là, a terra,
il nostro S.O.S. è sempre più sordo
e il terrore taglia le nostre anime
a metà.
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