Sugli ossari non si mettono croci, di vedove singhiozzanti, qui non ne vengono. Alcuni portano corone di fiori, altri accendono il fuoco perenne. Qui, dove un tempo la terra era tutta alberi, stanno adesso lastre di granito. Nessuno è rimasto da solo, qui li vediamo tutti giacere come un tutt’uno. Nel brillar della fiamma, vedi, ardono un carro armato, capanne, arde tutto il paese. Smolensk in fiamme, brucia il Reichstag nel cuore dei soldati: l’incendio della Russia. Sugli ossari non piangono vedove. Quelli che sono qui, son d’un’altra specie. Sugli ossari non si mettono croci, ma a nessuno manca un sordo lamento.
© Riccardo Venturi. Traduzione, 2005