Come campana d’allarme, hanno risuonato nella notte dei passi pesanti,
E così pure noi presto dovremo partire e congedarci senza parole.
Lungo i sentieri ancora non battuti hanno scalpitato i cavalli, i cavalli,
Portando i cavalieri verso chissà quale fine ignota.
Il nostro tempo è diverso, coraggioso e tostissimo, ma la felicità va cercata, come ai vecchi tempi.
E nell’inseguirla, mentre ci sfugge, noi le voliamo dietro.
Soltanto che in questa corsa stiamo perdendo i compagni migliori,
Senza accorgerci che loro non stanno più cavalcando accanto a noi.
E ancora a lungo prenderemo ogni fuoco per un incendio,
Ancora a lungo ci sembrerà funesto lo scricchiolio degli stivali,
I giochi dei bambini, con dei nomi antichi, saranno dedicati alla guerra,
E continueremo a lungo a separare le persone in amici e nemici.
Ma quando si saranno placati i tuoni, gli incendi e i pianti,
E quando i nostri cavalli si saranno stancati di galoppare sotto i nostri corpi,
E quando le nostre ragazze si toglieranno i pastrani militari, per indossare dei vestitini,
Non si dovrà dimenticare allora, né perdonare, né perdere!
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