è solo colpa mia, e adesso
Piango e mi dispero
Eccomi come uno scemo dentro una profonda carreggiata
Che gli altri hanno scavata.
E proprio io, che cercavo sempre di scegliermi i traguardi
Per conto mio
Da questi solchi non riesco più
Ad uscire fuori.
Ha i bordi ripidi e scivolosi
Questa carreggiata,
Siano maledetti quelli che l’hanno scavata.
La mia pazienza sta per finire
E declino, come uno scolaretto scemo:
carreggiatarum, carreggiatibus, carreggiatae.
Ma perché poi mi agito?
Che bella faccia tosta!
Dopotutto dentro questi solchi le condizioni
Sono tutto sommato normali.
Non c’è nessuno che ti tamponi, che ti striscia contro.
Di cosa ti lamenti?
Se vuoi avanzare, prego, avanza pure.
C’è perfino da mangiare e da bere,
In questa buona, piccola carreggiata,
Non hai che domandare.
Oops, ho capito che non ci sono soltanto io,
Incastrato dentro quei solchi.
Allora devo solo mettere ruota contro ruota
E arriverò là dove tutti stanno andando.
Ad un tratto qualcuno ha urlato, fuori di sé:
Voglio uscire! Fatemi uscire!
E si è messo a litigare con i solchi,
Come uno stupido.
E mentre discuteva e litigava,
Ha consumato del tutto Il calore dell’anima
E gli sono saltate le valvole
Si sono spezzati i cuscinetti.
Comunque è riuscito a distruggere i bordi
E la carreggiata si è allargata.
E però ecco che qui la sua scia si interrompe.
L’hanno trascinato nel fosso, quel poveraccio,
Perché non sia d’impiccio a noi, a coloro che lo seguono
Dentro quei solchi scavati dagli altri.
Ho incominciato ad avere problemi anch’io,
Si è bloccato l’avviamento.
Non sto più viaggiando
Mi sto solo agitando da fermo.
Dovrei scendere, dovrei dare una spinta
Ma non ho lo slancio
Speriamo che si faccia vivo qualcuno
E mi tiri fuori.
Ma sto aspettando invano un aiuto
Questa carreggiata non è mia, è degli altri.
Vorrei sputare l’argilla e la ruggine
In faccia a quella carreggiata non mia!
E avendola resa ancora più profonda con i miei sforzi
Ho tolto la speranza a coloro che sono dietro di me.
Un sudore gelato mi scende
Per la schiena,
Avanzo a malapena
Su un asse.
E noto che i ruscelli primaverili
Hanno spianato il ciglio,
E lì c’è una via di uscita,
C’è la salvezza!
I miei pneumatici sputano fango
Dentro la carreggiata non mia, la carreggiata scavata dagli altri.
Ehi, voi che mi state dietro, seguite il mio esempio
E cioè: non seguitemi!
Questi solchi sono soltanto miei!
Per uscire, scavatevi pure i vostri!
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