Sono bruciati i ponti, si sono inabissati i guadi,
E si sta stretti: vediamo soltanto i teschi,
E le vie di uscita e di ingresso sono tutte bloccate,
E l’unico percorso è quello dove va la folla.
E come delle coppie di cavalli attaccati in fila,
Dimostrando in modo tangibile quanto sia piccolo il mondo,
La folla cammina dentro un cerchio chiuso.
E il cerchio è grande, e i punti di orientamento sono stati smarriti.
Sta colando la tavolozza bagnata dalla pioggia,
I galoppi irrompono dentro la polonaise.
Non ci sono odori, né colori, né tonalità, né ritmi,
E dall’aria è sparito l’ossigeno.
Né la pazzia, né l’inspirazione di alcuno
Potrà interrompere questo infinito movimento circolatorio.
Ma è poi davvero un movimento eterno?
è veramente questo il succo di quel fatidico andare avanti all’infinito?
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