Io morirò prima o poi - noi prima o poi moriamo sempre.
Come indovinare, come predisporre le cose per non morire per cause mie, per essere pugnalato alla schiena con un coltello?
Quelli ammazzati vengono elogiati, ricevono un servizio funebre e vengono coccolati in paradiso,
Non potrei dirlo dei vivi, ma i morti ci stanno molto a cuore.
Mi affloscerò con la faccia nel fango, cadendo sul fianco in una bella posizione ad effetto,
E la mia anima partirà al galoppo su ronzini rubati.
Nei meravigliosi giardini del paradiso raccoglierò mele di colore rosa pallido.
Peccato che i giardini siano pattugliati e le guardie sparino alla fronte in modo infallibile.
Abbiamo finito di cavalcare, io guardo e davanti ai miei occhi c’è qualcosa che non assomiglia affatto al paradiso:
Un deserto sterile, un nulla totale, un caos.
E in mezzo a questo nulla si innalza un portone di ghisa
E davanti al portone sta inginocchiato un convoglio enorme, almeno cinquemila persone.
Il cavallo del timone di colpo si mette a nitrire! Io lo tranquillizzo con una parola dolce,
Gli tolgo con fatica la lappa dalla coda, gli pettino la criniera.
Un vecchio dai capelli bianchi ci mette troppo tempo a trafficare con il catenaccio,
Geme, brontola, ma non riesce ad aprire - e se ne va.
E la gente sfinita non emette neanche un lamento,
Soltanto cambia all’improvviso posizione, accovacciandosi, perché le ginocchia sono intorpidite.
Che pacchia qui, ragazzi, ci accolgono con un bel suono di campane!
Il cerchio si chiude, e sopra il cerchio è appeso il crocifisso.
E l’apostolo, il vecchio, si mette ad urlare, a dare ordini alle guardie,
Chiama dei rinforzi, e provano di nuovo ad aprire i cancelli...
Qualcuno si sforza e colpisce la rotaia con un bullone arrugginito,
E a questo punto tutti precipitano in questo strabellissimo posto!
Ho riconosciuto il vecchio dalle lacrime sulle sue guance flaccide:
è San Pietro, lui è l’apostolo, e io sono un cretino.
Ecco i benedetti giardini in cui c’è un’infinità di mele gelate.
Ma i giardini sono pattugliati e le guardie sparano alla fronte in modo infallibile.
Tutti noi esigiamo qualcosa, ma erano poi così grandi le mie esigenze?
Avrei voluto avere degli amici e anche una moglie - che potesse cadere sulla mia bara.
E io, per ricambiare, saprò rubare per loro mele di colore rosa pallido.
Peccato che i giardini siano pattugliati e le guardie sparino alla fronte in modo infallibile.
Nelle mani intorpidite le candele colano come se fossero dentro i portacandele,
Io intanto sprono di nuovo i miei cavalli al galoppo.
Raccolgo, ramazzo queste mele senza semini
E per questo vengo ammazzato, con un colpo infallibile alla fronte.
Tutto torna al punto di partenza, un angelo mi spara accuratamente in fronte.
Ma possibile che loro se la prendano perché io ho raccolto dei ghiaccioli dagli alberi?!
Come sono contento dello sparo! Ora posso cavalcare indietro, posso tornare in terra,
E sto anche portando le mele, riscaldandole con il mio corpo.
E allora sprono i cavalli per abbandonare questi luoghi marci e gelidi.
I cavalli vorrebbero l’avena, ma io ormai ho morso il freno.
Lungo un dirupo, con una frusta, sull’orlo del precipizio,
Ti porterò le mele nascoste in seno: tu mi stavi aspettando perfino dal paradiso!
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