Forse dovrei irrompere nell’izba1 e mettermi a cantare,
Così, senza motivo, semplicemente perché fuori si gela!
Oppure potrei prendere e crepare
Di tubercolosi...
Forse dovrei mettermi a gemere senza parole,
Ma magari è meglio accompagnarmi con la chitarra?
Oppure potrei attaccare i trottatori alla slitta
E correre verso lo “Yard”2?
Ma che disgrazia - ora non c’è dolcezza,
Ora la carta è del seme sbagliato,
Forse dovrei rubare la felicità?
Oppure semplicemente lasciarmi cadere
Nel fango?
C’è una brama eterna
Di muoversi per sempre verso il nulla.
Che cos’è: l’acqua che viene dal cielo?
Oppure un’inondazione di primavera?
Può darsi che questa canzone sia una canzone senza fine,
Oppure senza un’idea...
E io intanto sto costruendo una stufa di maiolica
O forse sto semplicemente seminando...
Per così tanti anni non c’è felicità,
Davanti a me c’è sempre la luce rossa del semaforo,
Una strofa che non è stata cantata completamente,
Un mazzo di fiori che non è stato regalato come si deve...
Un delirio...
A dispetto di tutti, per sempre,
Con una stella tra le zampe,
Senza pubblicità, senza emblemi,
Vestito con dei goffi stivali di pelliccia di renna...
Speriamo che non mi catturi nessuno,
Che nessuno possa fiutare l’odore!
Vorrei tanto riposarmi, respirare liberamente,
Con una stella tra le zampe!
Senza di lei, fuori di lei -
Niente è veramente mio.
Una vita poco allegra.
Perfino l’erba del passato è sua.
Porca miseria!
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