Io sono diventato sordo, per tutte quelle pacche che mi hanno assestato,
Io sono diventato cieco, per tutti quei sorrisi delle cantanti,
Per quanti anni ho patito le sinfonie,
Per quanti anni ho assecondato gli imitatori degli uccelli!
Attraverso di me, setacciato in tanti e tanti passaggi
Volava nelle vostre anime un suono puro.
Alt! è lui la mia speranza.
è per lui che ho sopportato tutte queste torture.
Quante volte attraverso di me sussurravano della luna,
Qualcuno urlava allegramente del silenzio.
C’è stato uno che suonava la sega - segava il collo,
E io amplificavo, amplificavo, amplificavo!...
Sulle note basse la sua voce è sepolcrale,
Sulle note alte è acuta come un coltello.
Lui farà vedere, di che cosa è capace,
E anch’io farò vedere qualcosa.
Lui sta cantando ansimando per lo sforzo,
Lui è stanco come un soldato in piazza d’armi.
Io allungo il mio collo elastico
Verso la sua faccia dorata dal sudore.
Quante volte attraverso di me sussurravano della luna,
Qualcuno urlava allegramente del silenzio.
C’è stato uno che suonava la sega - segava il collo,
E io amplificavo, amplificavo, amplificavo!...
Solo che all’improvviso... Uomo, renditi conto!
Ma che cavolo stai cantando? Riposati, sei stanco!
Questa melassa, questo intruglio dolciastro!
La sala! Vi prego, fatelo smettere!
è tutto inutile, i miracoli non esistono.
Io sto oscillando, sto quasi per crollare.
E lui mi versa l’amarezza, come se fosse balsamo,
Nella mia gola da microfono.
Quante volte attraverso di me sussurravano della luna,
Qualcuno urlava allegramente del silenzio.
C’è stato uno che suonava la sega - segava il collo,
E io amplificavo, amplificavo, amplificavo!...
Giudicatemi pure come volete
Ma non è possibile andare contro la propria natura.
Il mio mestiere era amplificare,
Io soffrivo, ma amplificavo la menzogna.
Ho gridato, le casse hanno emesso un urlo,
Lui ha stretto la mia gola con una mano.
Mi hanno svitato, mi hanno ucciso,
Mi hanno sostituito con un altro.
Quante volte attraverso di me sussurravano della luna,
Qualcuno urlava allegramente del silenzio.
C’è stato uno che suonava la sega - segava il collo,
E io amplificavo, amplificavo, amplificavo!...
E quell’altro, lui accetterà tutto, sopporterà tutto.
Ora è avvitato sul mio collo.
Ci sostituiscono sempre con gli altri
Per impedirci di impedire le menzogne.
E dopo ci siamo trovati sdraiati stretti stretti dentro un astuccio:
Io, il treppiede e l’altro microfono.
E loro mi hanno raccontato, ridendo,
Come lui è stato contento di avermi sostituito.
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