Non ci sono più, ho abbandonato la Rasseya! Le mie pollastre girano in lacrime. Ora sto seminando i miei semi Negli alieni Champs-élysées. Qualcuno ha sentenziato, dentro un tram a Presnia1: “Lui non c’è più, si è tolto dai piedi, finalmente! Che vada a cantare altrove le sue canzoni sovversive, Che vada a cantare del palazzo di Versailles!” Sento dietro di me uno scambio di pettegolezzi: “Ma no, non è lui, quello se n’è andato, è risaputo ormai!” “Ah, non è lui?” e mi danno delle gomitate, E mi si siedono sulle ginocchia nei taxi. E un tizio insieme a cui, pare, io sia stato in galera a Magadan, Il mio caro amico ancora all’epoca della guerra civile2, Afferma che io gli sto scrivendo: “Senti, Vanya, Qui è tutto una noia, dai, vieni a trovarmi!” Dicono che ho già pregato di poter tornare indietro, Che ero disperato, che mi umiliavo, che supplicavo... Sciocchezze! Probabilmente, non tornerò Perché non sono mai andato via! E chi ci ha creduto - riceverà da me un regalino, Un lieto fine, come in un film: Ecco, acchiappate l’Arc de Triomphe che vi ho portato, Afferrate pure le fabbriche della Renault! Io sto ridendo, sto crepando dal ridere. Ma come hanno potuto credere a questo delirio? Non vi preoccupate: io non me ne sono andato E non ci sperate: non me ne andrò!
1 quartiere di Mosca.
2 1918-1921.
 
© Irina ?. Traduzione, 2016