Sono venuto su bene, una bella statura, un bell’aspetto, Ringrazio mia madre e mio padre, Andavo d’accordo con le persone, non facevo il prepotente, Non mi inchinavo, avevo un portamento eretto, Me ne infischiavo delle regole e vivevo come mi andava, Ed aiutavo la mia testa con le mani.             Ho fatto il vagabondo e poi sono tornato a casa, Già non più tanto giovane, Con tutti questi anni appesi alla mia schiena che non si possono né buttare via, né vendere. Ma un bel giorno mi è capitato di incontrare un capo, Un reclutatore molto persuasivo, E mi sono messo a trasportare le auto al di là degli Urali. La strada. E sulla strada il nostro MAZ1 è rimasto impantanato fino alle orecchie. Nella cabina fa buio, il mio compagno non parla da più di due ore, Magari urlasse! - così mi fa venire la rabbia! Ci sono cinquecento chilometri alle nostre spalle e altri cinquecento davanti a noi, E lui sta battendo la “Danza delle Spade” con i denti! Sappiamo tutti e due com’è la situazione, I cantieri stanno aspettando il nostro MAZ con il suo carico, Ed è così il nostro mestiere: mettersi al volante, e via! Ma accidenti, doveva capitare proprio alla vigilia di Capodanno! Ci sono cinquecento chilometri alle nostre spalle e altri cinquecento davanti a noi, Ed è inutile suonare il clacson: c’è una bufera di neve e nessuno in grado di aiutarci! Mi fa: “Spegni il motore, Che questo MAZ vada al diavolo! Lo vedi anche tu - ormai siamo spacciati, Lo vedi anche tu - cinquecento tutto intorno, E quando arriverà la notte saremo ricoperti dalla neve, Saremo sepolti meglio che in una tomba!” Io lo rimbecco: “Basta con la lagna!” E lui acchiappa una chiave inglese E mi guarda con lo sguardo truce (lui a volte può essere violento), E comunque cosa gli importa - abbiamo cinquecento tutto intorno, Ed è colui che sopravvivrà, che saprà poi dimostrare Chi di noi due avesse ragione e chi avesse torto. Lui per me era più che un parente, Addirittura mangiava dalla mia mano, E ora mi guarda negli occhi - e mi vengono i brividi nella schiena. E comunque - abbiamo cinquecento tutto intorno, E dopo, chi sarà in grado di capire Che lui avesse dimenticato che cosa eravamo l’uno per l’altro!? Lui se ne va da qualche parte, a piedi, Io lo lascio andare, mi sdraio, E faccio un sogno, su questa nostra “allegra” faccenda: Come se ci fossero di nuovo cinquecento tutto intorno, E io cerco una via di uscita dal pasticcio, Ma la via di uscita non esiste: esiste soltanto un ingresso, ed è pure sbagliato! Il finale è semplice: alla fine arrivano i soccorsi, Con tutto il necessario, l’attrezzatura, il medico, E il MAZ raggiunge la sua destinazione. Ed ecco che torna lui, tutto tremante... Tra poco si parte per un altro lungo viaggio, Io non sono uno che serba rancore - lo prenderò di nuovo con me.
1 un grosso TIR.
 
© Irina ?. Traduzione, 2017