E all’improvviso sprofondano nel buio
Sia i medici, sia i ritratti dei medici sulle pareti.
Io sto emanando calore
Come un altoforno.
Sento in me una destrezza aggressiva,
Parto in rotta di collisione,
E l’infermiere appena - appena
Riesce a proteggere lo schermo per raggi X.
Sto sputando sangue dalla gola, e non è possibile arrestarlo,
Potrei inondare anche tutta la Russia.
E qualcuno urla: “Veloci! Portatelo sul tavolo operatorio!
Bisturi! Anestesia!”
Mi mettono il ghiaccio intorno al collo,
Cercano di fare in fretta, mi strappano la camicia.
Io sto ghignando con la bocca dipinta di rosso,
Come un pagliaccio al circo.
Grido a me stesso: “Vai! Spingi! -
E tendo il petto. -
Nel tuo sangue rappreso
Qualcuno rimarrà impantanato!”
Potrei, se non mi tenessero sempre d’occhio,
Insanguinare tutta la Terra,
Peccato che si siano affrettati a mettermi accanto
Un catino di rame!
Ecco che già non sento più il mio stesso grido,
Non riconosco l’infermiera.
Un gas dolce penetra in me,
Come vodka bevuta al mattino.
Un sipario colorato ha nascosto sia la sala
Che le facce dei medici.
Però sono riuscito a convincerli
Che sono mentalmente sano!
Divento più debole, mi agito, e sputo
Ancora sangue, ma loro inseriscono gli aghi
E mi versano il sangue artificiale,
E quello non esce dalla gola.
Ehi, chirurgo, prima che l’anestesia mi prenda,
Chinati verso di me.
Non ho ancora pronunciato le parole importanti
Ora lo faccio:
Apritemi pure, che Dio vi assista,
Svelti ad audaci,
Anche perché queste righe non si riferiscono a voi,
Ma ad altri medici.
Mi sono sdraiato sulla piega dell’esistenza,
A metà strada verso l’abisso,
E tutta la mia storia
è un’anamnesi, una storia clinica.
Io ero sano, sano come un toro,
Come due tori messi insieme.
Avrei potuto riempire di botte
Chiunque incrociasse la mia strada all’ora di punta.
Me ne andavo a spasso, cantando,
Comunicavo con la gente...
Ed ecco che di colpo finisco sul tavolo operatorio, sotto i ferri,
Maledizione a tutto quel cantare!
“Non se la prenda, amico mio, -
Il dottore è diventato un po’ più gentile -
Quasi tutte le persone in giro hanno
Le loro storie cliniche”.
Tutta l’umanità da tempo
Soffre di una malattia cronica.
Dal giorno della creazione
è stata condannata a star male.
Già il primo uomo sulla Terra
Era depresso, solo che l’ha tenuto nascosto.
E perfino il Creatore era malato
Quando stava creando il nostro mondo.
Lei non deve agitarsi,
Deve stare calmo, le conviene
Anche perché tutta la storia del paese
è un’anamnesi, una storia clinica.
Adamo ha dato ad Eva un veleno:
Gliel’ha portato in tasca.
E il serpente tentatore soffriva di
Megalomania.
Tutta l’umanità soffre
Ora di coliche, ora di dolori lancinanti
E tutta la sua storia
è un’anamnesi, una storia clinica.
Ciò che è malato, è sempre più arzillo,
Sempre più malvagio e sempre più inutile,
E si gode
La propria anamnesi...
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